Geralt è uno strigo, un individuo più forte e resistente di qualsiasi essere umano, e si guadagna da vivere uccidendo quelle creature che sgomentano anche i più audaci: demoni, orchi, elfi malvagi... Strappato alla sua famiglia quand'era soltanto un bambino, Geralt è stato sottoposto a un durissimo addestramento, durante il quale gli sono state somministrate erbe e pozioni che lo hanno mutato profondamente. Non esiste guerriero capace di batterlo e le stesse persone che lo assoldano hanno paura di lui. Lo considerano un male necessario, un mercenario da pagare per i suoi servigi e di cui sbarazzarsi il più in fretta possibile. Anche Geralt, però, ha imparato a non fidarsi degli uomini: molti di loro nascondono decisioni spietate sotto la menzogna del bene comune o diffondono ignobili superstizioni per giustificare i loro misfatti. Spesso si rivelano peggiori dei mostri ai quali lui dà la caccia. Proprio come i cavalieri che adesso sono sulle sue tracce: hanno scoperto che Geralt è gravemente ferito e non vogliono perdere l'occasione di eliminarlo una volta per tutte.
Dettaglio del libro
Titolo del libro: Il guardiano degli innocenti PDF
Categoria del libro: Libri,Fantascienza e Fantasy,Fantasy
Editore=Nord (13 maggio 2010)
Collana=Narrativa Nord
ISBN-10=8842916595
Premetto che ho aspettato di leggerli tutti prima di scrivere il mio parere, puramente soggettivo, non sono un critico letterario. Da grande appassionato del videogioco ho deciso di leggere i libri, di cui sinceramente non sapevo l'esistenza. Li ho trovati tutti molto scorrevoli e appassionanti, la cura per i dettagli ed i particolari mi hanno fatto immergere a tal punto da farmi vivere l'avventura in prima persona. Ovviamente ci sono libri che ho preferito di più rispetto ad altri ma solo dal punto di vista della trama, siccome in alcuni momenti può sembrare un po lenta, con poca azione. Complessivamente però sono davvero molto soddisfatto e spero vivamente che Sapkowski scriva altre avventure dello Strigo Geralt. Ovviamente la storia ha una sua fine, ma l'ultimo libro pubblicato, come i primi due, sono racconti sulle avventure dello Strigo, prima che tutto abbia inizio, quindi volendo si può scrivere ancora molto.
La recensione completa sul blog La lettrice sulle nuvolePerché ho aspettato tanto? Questa è la domanda che mi pongo. Quando ho letto La strada senza ritorno ho scoperto di avere comprato da un po' l'ebook del primo della serie dello strigo (a voi non capita mai di comprare compulsivamente e di dimenticarvene?) e quindi ho voluto leggerlo subito, non ho resistito. E ho fatto bene. Andrzej Sapkowski è un genio ed è diventato uno dei miei scrittori preferiti!Sei uno strigo, un difensore della gente, la proteggi dal Male.Come per La strada senza ritorno anche questo è costituito da racconti, ma con una differenza: c'è un filo conduttore, ogni racconto è legato dalla storia principale, come se fossero dei grossi capitoli. È una forma inusuale, soprattutto per un primo libro di una serie, oltretutto fantasy. Ma funziona, pure benissimo. Attraverso queste storie iniziamo a conoscere lo Geralt, cos'è uno strigo e perché è così solo, ma soprattutto cominciamo a inquadrare questo personaggio, così particolare.Errori? Come no. Ne ho commessi. Ma mi attenevo ai miei principi. No, non a un codice. Anche se a volte mi nascondevo dietro a un codice. Alle persone piace. Chi ha un codice e lo segue viene rispettato e tenuto in considerazione.Geralt è un eroe fuori da ogni canone. Ha un suo codice di comportamento ma è temuto e osteggiato dagli uomini che lo sfruttano ma non vogliono averci a che fare; anche le creature lo tengono in disparte perché lui è forte e riesce a sconfiggerle. Insomma proprio per la sua natura di strigo è solo e questo gli pesa. Lui è integerrimo e molto molto serio. Segue la sua etica ed è molto intransigente. Mi sono innamorata subito di questo personaggio, nonostante il fatto che sia senza ombra di dubbio un buono. Io parteggio sempre per i cattivi, o almeno per quelli che hanno delle zone d'ombra, qualcosa di non ben definito, ma Geralt è riuscito a far breccia subito. Sarà stata la sua malinconia, il suo accettare le cose ma continuare a sperare, il suo non giudicare mai nessuno, ho provato immediatamente empatia. E voglia di abbracciarlo.... continua sul blog
PRO:Sicuramente l'ambientazione e le idee che vengono proposte attorno alle vicende dello strigo sono affascinati e ricche, anzi ricchissime di spunti.Ed anche solo per questo la lettura è piacevole.CONTRO:L'autore dipana le storie con uno stile a mio parere un pò infantile.Pensieri e parole che si ripetono anche più volte in una pagina...Diversi passaggi risultano essere noiosi e prevedibili.Per un lettore adulto, o esperto, i rapporti tra i protagonisti sono poco convincenti, adolescenziali e pieni di deja vu.Geralt è un pò un John Wayne o un Chuck Norris della situazione. Praticamente non sbaglia un colpo sia nei dialoghi, sia in combattimento... Alla lunga stufa.Personalmente avrei gradito di più una scrittura più matura che dia maggiore fiducia al lettore.
Personalmente sono un appassionato di lettura, serie TV(quando fatte bene) e videogiochi. Di quest'ultimo medium in particolare adoro i giochi di ruolo, meno quelli di azione in realtà. Molte persone si saranno avvicinate a questo libro perché attirate dalla copertina: ebbene si, quello in copertina è Geralt di Rivia, lo strigo della saga "The witcher", che a dirla tutta non ho giocato neanche dieci minuti in vita mia. Il libro, tuttavia, è una piacevole sorpresa. Scorrendo alcune recensioni più critiche mi trovo parzialmente d'accordo con quanto scritto da qualche collega; il libro è un concentrato d'azione ma non rispecchia i canoni del genere. Si presenta per lo più come una satira del genere: troverete favole conosciutissime parodizzate che non tralasceranno di strapparvi un sorriso, fanciulle da salvare demoniache e probabilmente non troppo da salvare, insomma l'autore ha fatto di tutto per rovesciare un genere che letterariamente è ricco di descrizioni e azione moderata in un libro tutto azione e poco sentimento. Intendiamoci: le descrizioni ci sono ma mai prolisse né troppo sintetiche, l'autore ti descriverà né più né meno che il luogo così com'è e la spazialità che occupano i vari personaggi senza andare al di là dell'orizzonte.La struttura del romanzo è boccacciesca: si parte da una macronovella e dallo strigo (così sono chiamati degli stregoni mercenari erranti di cui il protagonista è famoso o famigerato rappresentante) che viene gravemente ferito e si reca per le cure in un santuario gestito da una sua amica . Qui ricorda vari episodi della sua vita e si ramificano delle micronovelle a tratti spassose a tratti funzionali a spiegare la vita del personaggio e gli amici che si porta dietro. Non so perché è stata criticata questa ripartizione del romanzo ma di certo non è stata utilizzata solamente da Sapkowski ma da uno dei più illustri rappresentanti della letteratura di tutti i tempi, nelle mille e una notte e in molte altre opere quindi avendo probabilmente letto cose di questo genere nella vostra vita, se siete lettori di qualunque altra cosa non sia fantasy, sta a voi decidere se lo stile può piacervi oppure no.Nel titolo mi sono chiesto se si modernizza un genere oppure no, beh la risposta che marzullescamente mi sono dato è "ni": le intenzioni dell'autore sono quelle di fare un action che si chieda poco le intenzioni dei personaggi. C'è questo strigo ossia una guardia del corpo prezzolata che vuole fare due monete per mangiare, c'è gente a cui serve aiuto che raramente da informazioni al loro mercenario ma ordina e basta come farebbe chiunque assumesse una guardia del corpo, c'è un insieme di prese in giro a varie favole volutamente introdotte dall'autore quasi a voler dire che la realtà è dietro al leggenda ma non è mai la leggenda in sé, un mix di ironia e azione che per puro caso fa parte del genere fantasy. Si lascia leggere in fretta e piacevolmente, non disdegna di divertire ma sicuramente non vuole, neanche nell'intenzione dell'autore, sostituire quella che è l'epica moderna (il fantasy). Anzi dall'autore trapela proprio un messaggio alla letteratura fantasy: a volte ci si può non prendere troppo sul serio e intrattenere lo stesso. Personalmente mi auguro che il fantasy, quello vero, sopravviva al tempo e che sia accostato comunque da opere di questa portata che svagano la mente tra un libro "importante" e un altro.Cinque stelle per me perché ho apprezzato lo sdoganamento dogmatico del genere. Forse due stelle per un appassionato del fantasy duro e puro, quello di Tolkien ma anche quello di Martin(anche se sono estremamente differenti), che legge solo quello e dal genere si aspetta solo mille pagine di descrizioni e caratterizzazione e niente altro può entrare nelle sue grazie, beh di sicuro non può apprezzare Sapkowski. Ho fatto una media non matematica e ho abbassato di una stella così magari qualcuno di chiederà "perché quattro e non cinque" e vorrà leggere questa modestissima recensione.
Comments
Post a Comment